25 settembre 2014

COSE SERIE


Destino, fortuna o programmazione?
Spaccamento di culo.
Lontane sono le tue cosce
vuoto è il mio calice.

Bandiere piantate a cazzo, qua e là.
Canzoni di successo,
versi andati a puttane,
vuoto è il mio calice.

Troppo spesso ti senti dire
"parliamo di cose serie"
ma sono lontane le tue cosce
ed il mio calice è vuoto.

Non m'importa una sega del destino
e della tua fortuna programmata.
Parliamo di cose serie:
il mio calice è vuoto.

21 settembre 2014

NESSUN ARMISTIZIO

Sono una cosa infelice, un cassetto, un portapenne.
Sono una bestemmia detta male, un bicchiere vuoto.
Sono una cosa infelice, un appendiabiti, un posacenere.
Sono una maledetta vita, maledetta dal vostro rancore.

Siete delle persone felici, idee, penne, fogli scritti bene.
Siete delle bestie felici, bicchieri di plastica e gentilezze.
Siete invidiabili, persino i miei topolini v'invidiano.
Siete circondati dalla vostra benedetta esistenza.

Sono andato a cercare un'altra carezza, è tutto vero.
Sono tornato dall'ultima guerra senza braghe e senza idee.
Sono ferito, esattamente sotto la coscia sinistra, ho un solco.
Sono il vostro peggiore amico, una sega senza eiaculazione.

Siete stati praticamente sepolti dalle idee, ma siete felici.
Siete delle belle bestie e continuate con le gentilezze.
Siete complici dello stato di cose presenti, siete belli.
Siete forti e belli, certe volte anche invidiabili.

Sono uno che continua a soffrire molto
ma questo non significa che avete vinto.

18 settembre 2014

LETTERA A MIO NONNO

La pornografia politica è la nuova scienza di questo primo squarcio di XXI secolo. Gli indottrinati dalla vecchia scuola democristiana(e non solo) sono ormai dei maestri nel far mettere alla pecorina gli alunni di una classe sociale che continua ad essere avversa alla dinamicità. Quindi siamo circondati da tirocinanti che voltano il culo e si lasciano penetrare senza batter ciglia. E’ il trionfo del pene borghese, è il trionfo assoluto del consumismo e di un girotondo sempre più simile alla sesta bolgia. Caro nonno, quaggiù adesso si vendono tutto. Si vendono le nazioni, si vendono l’informazione, il sangue, la giustizia e la speranza. Si vendono persino l’utopia. Essere “diversi” è una sofferenza non facile da sopportare, essere lontani dalla cultura massificata è un grosso sacrificio che difficilmente produce dei frutti. Ma questi rami spogli, queste foglie che fanno da lenzuola a queste radici resistenti, riescono a darmi ancora un po’ di intrepidezza e se ti scrivo è grazie a loro, se ti scrivo non è per rattristarti ma solo per raccontarti un solido frammento della mia esistenza. Un bacio.

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