31 maggio 2010

MENTRE DORMITE



La casa di Satana si trova al centro della vostra città
finestre a ghigliottina e pareti dipinte verde muschio.
L' appartamento è un monolocale privo di balconi.
Con me è sempre carino, l’angelo della tenebre
ceniamo insieme ogni ultimo venerdì del mese.
Il suo vino è fatto in casa, non è di sangue
è fatto con uva raccolta da veri bestemmiatori
esattamente come me. Gente che non chiede
a quel porco di dio nessun compromesso.
Non chiederemo compromessi neanche a voi
luridi ruffiani di chiesa, di partito e di stato
e neanche a voi perfidi malfattori
venditori di sogni irrealizzabili, illusionisti.
La casa di Satana non ha tappeti
non ha fuochi e nemmeno forche.
Ci avete raccontato un miliardo di frottole
un’infinità di bugie che adesso regnano
nelle vostre vite benedette dai perbenisti
vite che si sono ormai tramutate in trappole
trappole di tutte le dimensioni e tutte senza uscita.
Satana vi osserva, vi scruta, vi contempla.
Dio vi perdona e chiede il vostro amore.
Satana se ne fotte dei complimenti.
Dio chiede preghiere e falsità.
Satana è anche nelle vostre case
di notte, mentre dormite vi ruba il silenzio.
Dio s’incazza e così arriva l’alba
per ricominciare un nuovo giorno
per ricominciare a far finta di niente.

pino benjamin amaddeo pèret

20 maggio 2010

RIVOLUZIONE

Ero venuto a chiedere rifugio per non essere massacrato dalle bombe mediatiche e tu mi hai offerto un succo di frutta alla pera, senza nemmeno avvertire la mia sete. Adesso non voglio dire che vorrei starmene tutta la sera con te e baciare le tue labbra, anche perché prima gradirei un bicchiere di vino rosso e vorrei che anche tu lo bevessi e dopo baciandoci le labbra vorrei che insieme iniziassimo a disturbare il nostro futuro.  Ma certo che possiamo traslocare, anche domani se vuoi e poi sappi che adesso ho incontrato un altro dio, molto più simpatico del tuo, intanto perché ha meno leggi, giusto qualche comandamento per non dare troppo all’occhio nella sua diversità. Un dio che non ti castiga, un dio adatto ai nostri giorni e che non crede nella puntualità, un dio molto più simile a tutte queste teste di cazzo che ci girano intorno, un dio moderno. Anche nella stagione dei silenzi siete venuti a rompermi i coglioni con i vostri spot  ed allora ho deciso che invece di cambiare casa o macchina o di cambiare partito
in tutta serenità ho deciso di cambiare dio e di scegliermene uno che non rompe i coglioni. Voglio starmene tutta la sera con te a baciare le tue labbra e poi sarei davvero interessato a ficcare il mio bel cazzo teso dentro quella tua dolcissima figa. Ohooo che porco che sono !
Dobbiamo traslocare, non domani, dobbiamo traslocare immediatamente e senza leggi. Dobbiamo andare a tartassare il nostro futuro, non dopo ma prima di subito. ADESSO !
Voi avete il diritto di pensare che io sono pazzo…ma anch’io ho il diritto di dire che  MI AVETE ROTTO I COGLIONI. MI AVETE LETTERALMENTE SCASSATO LA MINCHIA !
C’è questo nuovo dio, paziente, tollerante e anche un po’ eretico, che mi segue in questo maledetto cammino, maledetto e coerente.  Devi scavare, ma non così…devi scavare e cercare il silenzio di una lacrima vera, una lacrima che sa dirti di non aspettare più le rivoluzioni delle idee o delle pratiche e che sa dirti di non aspettare più le rivoluzioni. Devi scavare e cercare, cercare e scavare, devi impazzire e poi devi essere sepolto vicino ad altre teste di cazzo. Ero venuto a chiedere del vino per non essere distrutto dalle vostre maledette idee.

pino amaddeo

12 maggio 2010

BENJAMIN PÉRET forever

Il mio cazzo nello zucchero è un rinomato biscotto
Lecca lo zucchero ragazza mia la sborra sarà migliore
e non ti darà il diabete
Il diabete è di casa nei vecchi
la cui minchia appiattita blocca le vecchie serrature
Quello di tuo padre non tira più nemmeno i cani
perchè vi si legge addio
e quando la sua lingua non arriverà più al tuo grilletto
e le sue mani tremolanti non potranno più stringerti le chiappe
mozza quella sua vecchia fava mummificata
e sotterrala in un vaso di geranio
dove scriverai qui giace.

 Benjamin Péret

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