27 giugno 2008

Domenica 29 Giugno PAROLE A PESO #24

Chiude domenica 29 Giugno
la rassegna teatrale QUINTE APPESE
con la presentazione alle ore 21
del testo teatrale "Alice nel paese della mondezza"
curato dal Laboratorio Parco/scenico
e da Autoproduzioni Appese,
con le illustrazioni di Davide Casile.
Questo testo, liberamente riciclato dall'opera di Lewis Carroll,
nasce dalla volontà di rappresentare
con ironia i problemi del quotidiano
e costituisce l’opera prima di Parco/scenico.
Seguirà il reading estemporaneo
Parole a peso
giunto al 24° appuntamento

24 giugno 2008

LA LEGGE


Art. 7-bis.
(Concorso delle Forze armate nel controllo del territorio)

1. Per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, può essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate, preferibilmente carabinieri impiegati in compiti militari o comunque volontari delle stesse Forze armate specificatamente addestrati per i compiti da svolgere. Detto personale è posto a disposizione dei prefetti delle province comprendenti aree metropolitane e comunque aree densamente popolate, ai sensi dell'articolo 13 della legge 1º aprile 1981, n. 121, per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia. Il piano può essere autorizzato per un periodo di sei mesi, rinnovabile per una volta, per un contingente non superiore a 3.000 unità.
2. Il piano di impiego del personale delle Forze armate di cui al comma 1 è adottato con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, sentito il Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica integrato dal Capo di stato maggiore della difesa e previa informazione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Ministro dell'interno riferisce in proposito alle competenti Commissioni parlamentari.
3. Nell'esecuzione dei servizi di cui al comma l, il personale delle Forze armate non appartenente all'Arma dei carabinieri agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza e può procedere alla identificazione e alla immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto a norma dell'articolo 4 della legge 22 maggio 1975, n. 152, anche al fine di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l'incolumità di persone o la sicurezza dei luoghi vigilati, con esclusione delle funzioni di polizia giudiziaria. Ai fini di identificazione, per completare gli accertamenti e per procedere a tutti gli atti di polizia giudiziaria, il personale delle Forze armate accompagna le persone indicate presso i più vicini uffici o comandi della Polizia di Stato o dell'Arma dei carabinieri. Nei confronti delle persone accompagnate si applicano le disposizioni dell'articolo 349 del codice di procedura penale.
4. Agli oneri derivanti dall'attuazione del decreto di cui al comma 2, stabiliti entro il limite di spesa di 31,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, comprendenti le spese per il trasferimento e l'impiego del personale e dei mezzi e la corresponsione dei compensi per lavoro straordinario e di un'indennità onnicomprensiva determinata ai sensi dell'articolo 20 della legge 26 marzo 2001, n. 128, e comunque non superiore al trattamento economico accessorio previsto per le Forze di polizia, individuati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'interno e della difesa, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2008-2010, nell'ambito del programma "Fondi di riserva speciali" della missione "fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2008, allo scopo parzialmente utilizzando i seguenti accantonamenti: (in milioni di euro)
2008 2009 2010
Ministero dell'economia e delle finanze 4 16 -
Ministero della giustizia 98 -
Ministero degli affari esteri 18,2 7,2 -
5. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

17 giugno 2008

AMORE VAFFANCULO


DOMENICA 22 GIUGNO ore 21,30 al Parco Cartella
terzo appuntamento con QUINTE APPESE
"Vista la contemporaneità dello spettacolo
con Italia-Spagna
(quarti di finale del campionato europeo di calcio)
l'orario di inizio slitterà
per permettere la visione dell'incontro.
Sarà comunque possibile vedere
la partita della nazionale
nell'anfiteatro del Cartella."

L'amore è il più impenetrabile dei fermenti umani.
Lo sa bene il prof. Pierluigi Mastruccelli,
sedicente luminare nel campo dell'emotività
che si genera dalla sessualità... e viceversa,
che sulla scia della sua ultima fatica letteraria
intitolata "L'amore" da il via a 15 episodi
dedicati all'amore e ai suoi aspetti
più irriverenti e ambigui, incoerenti, buffi.
Un viaggio all'insegna del
"politicamente correggibile"
per accompagnare lo spettatore
ad una oggettivata presa di coscienza del fattore "sentimento".

15 giugno 2008

QUINTE APPESE (rassegna teatrale) 8-29 giugno C.S.O.A. "A.Cartella"

Apre il sipario su QUINTE APPESE rassegna teatrale.
L'evento, pensato da Autoproduzioni Appese
e dal Laboratorio teatrale Parco/scenico,
si svolgerà al csoa Cartella
in quattro appuntamenti domenicali.

Quinte appese sarà aperta
l'8 giugno alle ore 21.30
dallo spettacolo in due atti non retribuiti
"A.S.U. -Artisti Socialmente Utili"

Domenica 15 alle ore 21.30
il teatro racconto di
Sergio Maria Branca e Maurizio Antonio Loiacono
"I re della montagna".

Domenica 22 alle ore 21.30
la Compagnia dei folli
sarà diretta da Francesco Sgrò
nella commedia cabaret
"Amore ...Vaffanculo!"

Domenica 29 giugno
Alle ore 18 appuntamento
con la Fiera delle Autoproduzioni Naturali


La rassegna teatrale chiuderà
con la presentazione alle ore 21 del testo teatrale
"Alice nel paese della mondezza"
a cura del Laboratorio Parco/scenico
Autoproduzioni Appese con illustrazioni di Davide Casile.


Seguirà alle 21.30
il reading estemporaneo ed estrapolato
Parole a peso #24
Leggeranno
poeti
come
Francesco Villari
Pino Amaddeo
che già "vantano" pubblicazioni
ma anche chi
ha solamente voglia
di leggere un'emozione
raccontare sogni.

Si apre il sipario su Quinte Appese, la rassegna teatrale pensata dall’esperienza editoriale autogestita Autoproduzioni Appese, dal Laboratorio teatrale Parco/scenico e dal c.s.o.a. “A.Cartella”. L’iniziativa si svolgerà nell’anfiteatro del Parco Cartella di Gallico in quattro appuntamenti domenicali, con inizio alle 21.30.Quinte Appese sarà aperta l'8 giugno dagli "A.S.U. - Artisti Socialmente Utili", rappresentazione in due atti non retribuiti e personaggi a tempo indeterminato: uno spaccato crudele di un mondo dello spettacolo fatto di precarietà che non lascia molto spazio ai sogni, debuttato con successo a maggio sul palco cosentino del Teatro dell’Acquario.
Domenica 15 è il turno del teatro racconto di Sergio Maria Branca e Antonio Maurizio Loiacono, con il loro "I re della montagna": un immaginario incontro tra un antiborbonico e un brigante all’indomani dell’Unità d’Italia, per raccontare un’epopea, quella dei briganti, spesso trascurata ma fondamentale per conoscere il Sud.Il 22 giugno sarà la Compagnia dei Folli, diretta da Francesco Sgrò, a presentare la commedia cabaret "Amore...Vaffanculo!": 15 episodi dedicati all’amore e ai suoi aspetti più irriverenti e ambigui, incoerenti e buffi. La rassegna si chiuderà domenica 29 con la presentazione, alle ore 21, del testo teatrale "Alice nel paese della mondezza", curato dal Laboratorio Parco/scenico e da Autoproduzioni Appese, con le illustrazioni di Davide Casile. Questo testo, liberamente riciclato dall'opera di Lewis Carroll, nasce dalla volontà di rappresentare con ironia i problemi del quotidiano e costituisce l’opera prima di Parco/scenico.Seguirà il reading estemporaneo di Parole a peso, giunto al 24° appuntamento con puntate anche nel Sud d’Italia. Microfono aperto quindi a poeti come Francesco Villari e Pino Amaddeo, che già vantano pubblicazioni, ma anche a chi ha solamente voglia di leggere un’emozione e raccontare sogni.

Info e prevendite su www.csoacartella.org

10 giugno 2008

ALTRO CHE PIAZZA GIUFA', CAMERATA NICOLO'

Il titolo di questo blog prende
spunto da una polemica nata su un quotidiano locale, tra me e il capogruppo al consiglio comunale di alleanza nazionale. Il camerata insultava una parte di cittadinanza reggina che riteneva inutili alcune spese dell' amministrazione,tipo le statue di Rabarama, la mostra sulla Callas, il concerto strapagato di Ricky Martin, la consulenza Veneziani e altro ancora. Il fascista scriveva che per certa gente sarebbe giusto intitolare una piazza a Giufà, in modo che il passante capisca che si trova in un posto adatto a persone buone a nulla e che sanno solo contestare. Adesso invece ha capito che la città merita ben altro. Leggete cosa scrive questo tizio, anzi caio o meglio ancora sempronio :
"Piazza Giorgio Almirante ovvero ex-Piazza del Popolo.Mi sembra opportuno, oltre che giusto, intitolare Piazza del Popolo a Giorgio Almirante seguendo l’esempio dell’ammirevole iniziativa del Sindaco di Roma Gianni Alemanno. Nel ventesimo anniversario della morte del Padre della Destra Italiana è giusto ricordarne la memoria anche a Reggio. Almirante uno dei più grandi politici del novecento, ottimo giornalista, fu tra i fondatori del MSI, che guidò negli anni difficili del dopoguerra.Antesignano della lotta alla partitocrazia, si impegno a fondo per la moralità della politica, nell’interesse esclusivo del popolo italiano.Di chi fu un maestro della politica è giusto conservarne la memoria anche nella nostra città.Un uomo che ha seminato “fede e speranza” che ha diffuso idee buone e semplici, un uomo che ha tanto dato alla vita politica italiana e che nulla ha preso se non la stima e l’amore della tanta gente di Destra che ancora oggi vuole ricordarLo e ringraziarLo.Un uomo che in tempi difficili e duri ha fatto richiamo alla giustizia, all’amor Patrio, alla Fede ed all’unità del popolo italiano.Un uomo la cui oratoria lucida, senza sottintesi o astuzie dialettiche sapeva “incantare” ed “estasiare” il folto pubblico che riempiva le piazze durante i suoi discorsi.Un uomo politico leale ed apprezzato dai suoi stessi “avversari”, che ha dato lustro all’Italia ed al popolo italiano, antesignano di progetti politici che oggi sono attuali e che vengono proposti da altri.Combattente al fronte e decorato al valore militare, giornalista con vaste risorse culturali ed etiche, esempio da seguire.Punti di riferimento di noi tutti e dei giovani di Destra che apprezzano il suo onore, la sua dignità, il senso di giustizia, l’amore per la Patria ed il coraggio di vivere.Maestro di vita del nostro attuale Presidente della Camera Gianfranco Fini, che a Lui deve la sua fortuna politica, e di quanti altri oggi rappresentano la Destra in Italia compreso il nostro Sindaco Giuseppe Scopelliti.Perché la scelta di Piazza del Popolo. Voglio ricordare che la Casa del Fascio di Reggio Calabria, che costituiva il centro politico, culturale e sociale reggino affaccia proprio su questa piazza e, dalla sua balconata Benito Mussolini al termine del viaggio in Calabria pronunciò il suo famoso discorso alla popolazione che gremiva Piazza del Popolo."
A me sembra giusto ricordare questa dichiarazione scritta da Almirante nel 1942 sul giornale "La difesa della razza" e poi citata in parlamento da Emanuele Fiano:
"Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia e sia viva in tutti la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne, dei muscoli e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue.

io dico orgogliosamente W GIUFA'
pino amaddeo
(artista reggino)

04 giugno 2008

14 ANNI FA CI LASCIAVA MASSIMO TROISI

Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca e in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Massimo sapeva stare al mondo rendendo gradevole la vita dei suoi amici e della gente che gli era cara senza sfiorare mai gli altri con le sue angustie. Del suo "cuore malato" operato a Houston per la seconda volta ancora recentemente, non parlava mai, al massimo, ci scherzava sopra facendo il verso alle parole si una immortale canzone che talvolta intonava cercando di imitare Sergio Bruni. Si era fatto conoscere come comico meno di vent'anni fa, con il gruppo "La smorfia", composto oltre che da lui, da Enzo Decaro e Lello Arena, ed aveva raggiunto il successo con "Non Stop", una di quelle trasmissioni-laboratorio della RAI inventate da Bruno Voglino dove nascevano spesso artisti che duravano molto più di una stagione e comici non schiavi di una battuta o incapaci di andare oltre i due minuti di esibizione. Erano comici spesso inventori di un genere, lettori ironici del quotidiano, o interpreti sarcastici della società in cui vivevano. Fu la stagione, oltre che di Troisi, di Benigni, di Verdone, di Grillo. Sono passati soltanto 15 anni e sembra un'eternità. La TV schiava dell'audience, la TV commerciale ha disintegrato anche la capacità di far ridere intelligentemente. E non dico questo perchè Troisi, come gli altri che ho citato, erano indicati come "comici di sinistra", cosa che oggi apparirebbe un peccato. "Scusa, ma da che parte potevo stare? -mi disse una volta Troisi sorridendo- Songo nato a San Giorgio a Cremano e al pizzicagnolo che ogni mattina mi dava pane e mozzarella io dicevo sempre di aver fede, perché ai poveri ci pensa Dio. Pover'omme. Un giorno, stanco di segnare sul quaderno dei crediti, mi disse 'non sarebbe meglio, aspettando Dio, che a saldare il conto passasse tuo padre?'". Nel cinema fu una rivelazione con "Ricomincio da tre" un film del 1981 dove c'erano tutti i dubbi e le disillusioni della sua generazione, ma anche tutto il suo senso della vita, la sua filosofia basata sull'arte di accontentarsi, forse anche un po' della sua famosa pigrizia. Fu questo il sentimento che Massimo apprezzava come una cultura, più che il timore di non riuscire a ripetersi, a convincerlo ad aspettare più del previsto prima di dirigere "Scusate il ritardo". Amava le donne e lo sport e voleva aver tempo per queste due passioni. "Chi l'ha detto che non è serio amare due donne nello stesso momento e perder tempo per fare la formazione della propria squadra?". Quando il Napoli vinse lo scudetto fu memorabile l'intervista a cui mi costrinse nella trasmissione organizzata per l'occasione facendo finta di essere l'unico napoletano a non aver avuto la notizia e commentandola sorpreso con tutti i luoghi comuni che riguardano il calcio e le interviste. Ricordo ancora come un incubo gioioso le puntate intere in cui Massimo e Benigni occupavano "Blitz" il programma domenicale che 10-12 anni fa facevo su Raidue. Come i grandi del neorealismo sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Eduardo De Filippo mi disse una volta che era un comico di domani con le radici nel passato. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro. "Il postino di Neruda", il film terminato sabato scorso con Philippe Noiret, lo aveva inseguito per anni, dopo aver scoperto il libro di Skàrmeta, un autore cileno del quale mi aveva chiesto ogni dettaglio. Forse per una volta ha voluto controllare il suo cuore per riuscire a portare a termine un progetto amato. Se la storia è andata così, è stata una delle poche volte che ha permesso al suo raziocinio di prevalere sulle sue passioni.Ci mancherai tanto, Massimo

scritto da Gianni Minà
il 5 giugno 1994 su "l'unità"




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