30 gennaio 2010

TUA SORELLA

Non una sola mattina mi son svegliato, ma tutti i santi i giorni e ho trovato delle teste di cazzo intorno a me. Tua sorella mi porterà via un giorno, senza dirti nulla mi porterà via da qui, sono anche femminista e discepolo della rivoluzione. Non escludo nessuna ipotesi e dall'alto della mia sobrietà cercherò altri invasori. Che ne dite di un' azione contro la riforma della parità delle contro idee ? Saranno sufficienti cinquemila firme, e poi chi non avrà firmato verrà messo al bando. Portami via adesso, prima che ci ripenso. Spesso, troppo spesso mi sorridono quelli del vicinato ma non tirano fuori un soldo per mio fratello che sta sulla sedia a rotelle, per mio fratello che ha una forza infinita ed è pure di sinistra, di sinistra come tua sorella che me la scopo tutti i santi i giorni. Non è male tua sorella anche se i suoi capelli me li ritrovo spesso ingarbugliati nel frenulo ma sono un rivoluzionario comunista e certi aspetti hanno davvero poca importanza. Mi dispiace, non molto, ma mi dispiace. Ma se veramente un giorno dovessi morire, tu alzerai il pugno, tu dirai che ero un bravo uomo, tua sorella si strofinerà il grilletto, mio fratello danzerà e dio avrà paura. Non sarà un fiore a ricordare questa libertà. Non preoccuparti mio lettore, certo che sono un mortale, certo che morirò ma adesso devo fare la spesa e poi dovrò rincasare e poi accenderò la televisione e poi accenderò una sigaretta e poi accenderò altre emozioni e poi un’ altra sigaretta e poi dormirò e verrà il nuovo giorno e andrò da tua sorella perché lei mi aspetta, perché lei è di sinistra e mi aspetta e poi ho sempre una gran voglia di scoparla e poi sono femminista e poi sono un discepolo della rivoluzione. Forse una mattina mi sveglierò e nel mio letto troverò l’invasore : tua sorella. Faremo l’amore appena svegli e se ho fatto bene i conti, dio in quella situazione non dovrebbe aver paura.

pino amaddeo

27 gennaio 2010

MALEDETTO BERNACCA



Ero certo che mi stessero osservando dall’alto. Non esco mai di casa senza aver prima controllato che il meteo favorevole sia il mio compagno di viaggio. Il meteo. Maledetto Bernacca, incubo nei miei incubi che mio padre non capiva e che io rifiutavo di spiegare.
Sole a catinelle. Va benissimo. Premurosamente porto l’ombrello. Inglesina con l’affare sotto braccio. Chi vuole le bombe che l’I.R.A. può scatenare sotto casa? Chi vuole marciare pavido e preciso a tre secondi dall’apertura della sessione pomeridiana di borsa?
Ero certo che mi stessero osservando dall’alto. Chi altro avrebbe potuto tessere la tela se non Pjolo, dimenticata divinità di riserva che ha fatto della pioggia la sua arma e della mia vita il suo obiettivo. Sole a catinelle. Va benissimo. Mastico un chewing-gum. Una botta sulla spalla destra dal tizio invernale che non mi chiede neanche scusa. Non lo avrei scusato. E cosa farmene delle scuse in un epoca in cui le nozioni di egoismo mi han reclutato con un volantino gustosamente esplicativo? Scusa? Mi distraggono le scuse, va bene? Che ne dici di considerare le nuvole sopra la nostra testa? Come?
Inizia a piovere. L’ombrello è rotto. Si è rotto. Infilzo il tizio invernale ed alzo la copertura. Devo difendermi. Pjolo ha capito tutto. Io rispondo. Io ed il chewing-gum. Sputo in aria. Sputo a Pjolo. Sputo dalle minuscole insenature che il mio schermo protettivo mi concede. Sputo e vinco. Mi abbatto. Il chewing-gum. Le pioggie tempestose penetrano i lati. Sono finito. Piove sangue. L’invernale Pjolo si materializza sopra di me e non ha più alcun bisogno della pioggia. Mi sorride morto mentre piove sangue. Vaffanculo il meteo. Il caso. Le mostre d’arte nel tardo pomeriggio. Che dovevo farmene poi di una visita alla permanente di surrealismo?

Francesco Villari

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