30 giugno 2009

POLVERE E PROPOSTE


Non toccate i soprammobili per favore, ornamenti silenziosi delle apparenze
certo che si devono svaligiare le banche ma non toccate i simboli della noia.
Tanto prima o poi si parte e spesso si torna con altri amuleti in mano.
Infinite le vie del Signore, il signore delle apparenze e mi piace ancora
mangiare finocchi o cetrioli, come contorni di mosche ripiene di mollica.
Io non provo più disgusto, ho vomitato persino le ali trasparenti
no no della mosca, attenzione, ma di quel maledetto sogno
che non vorrei più incontrare dentro le mie notti
ancora umide di urla, probabilmente insignificanti, lo ammetto
ma almeno spolverateli quei soprammobili, spolveratela la noia.
Stiamo viaggiando a una media oraria evidentemente bassa, molto bassa
e proviamo ad accarezzare la svogliatezza dentro la nuova proposta.
Sono cazzi e non ci son santi, andiamo a giocare a scacchi
la partita delle apparenze alternative, certo certo vinceremo ancora
ignorando per l'ennesima volta di essere i soprammobili dell' avversario.


pino amaddeo

16 giugno 2009

Nel caso in cui dovessi trovare il coraggio di raggiungere la vecchiaia
avrò un milione di sconfitte da raccontare ai miei nipoti o ai miei amici.
E per chi sceglie di confondere le sconfitte con i sogni impraticabili
ho depositato tra le bottiglie vuote, poche parole, davvero poche.
Certamente e quasi indiscutibilmente, chiedo scusa. Inizialmente.
Si è spento un silenzio o forse si è accesa una banale motivazione.
Le mie gambe corrono, le mie idee guardano e tu sorridi per niente.
Nel caso in cui dovessi trovare il coraggio di raccontare altri sogni
preferirò bottiglie ancora piene, parole misurate, scala 1 a 10000.
Sono irrequieto, indiscutibilmente, non voglio scuse. Inizialmente.
La motivazione delle banalità non assomiglia per niente al silenzio.
Le mie gambe corrono, le mie idee muoiono e tu piangi per niente.
Nel caso in cui dovessi essere un mortale, sceglierò la strada.
Delle sconfitte discuteremo finchè il giorno ci accarezzerà il viso
e ci divertiremo a confonderle con i sogni, quelli praticabili.
Con la vanga in mano, il sacrificio delle vittorie sbagliate
e la penna. Bandiere che avranno paura di avvolgere il mio feretro.
Tremerai davanti alla mie sconfitte, perchè non sei mio fratello.
Perchè non sei mio fratello. Perchè non sei mio fratello.


pino amaddeo

13 giugno 2009

ACCOMODATEVI


Permesso ? Si può ?
Accomodatevi.
Siamo alle ultime battute.
Il pane è già finito.
Ci convertiremo tutti
e poi faremo il bagno nella fogna.
Quest' altro giorno di vita
si è già smarrito dentro i morsi
bevendo sangue marcio. Stai zitto.
Uno sguardo alla punteggiatura e poi…
accomodatevi, il fornaio riapre all' alba,
è anche sua quella distesa di merda.
Siamo alle ultime battute.
Senti, avvicinati, ascolta il rumore
sono onde, cavalloni altissimi.
Si certo che puoi tuffarti
la merda è anche tua,
tuffati, tuffati coglione.
Uno sguardo alle coniugazioni
e intanto il fornaio si avvicina.
Tra qualche ora il pane caldo
si smarrirà dentro i morsi
proprio come i nostri giorni.
Un sorso di sangue marcio,
qualche esclamativo
e poi tutti a convertirsi.
Accomodatevi, si, si certo che si può
venite, venite....venite pure
ahaaa è davvero meraviglioso
godersi insieme tutta questa merda.


pino amaddeo (ex fornaio ad ore)

09 giugno 2009

CONTRO IL PONTE E PER LA DIFESA DEI TERRITORI

Il piano per le infrastrutture varato dal Governo si configura come un vero e proprio regalo nei confronti dei grossi contractor (Impregilo in testa) che fanno del rapporto con le istituzioni pubbliche la loro fortuna. Dei 16 miliardi di Euro complessivi, 1,3 sono stati destinati al Ponte sullo Stretto, opera che ha acquisito un valore simbolico ormai superiore anche allo stanziamento previsto. All’operazione infrastrutture viene assegnato il significato del rilancio dell’economia e dell’occupazione. Si tratta di un nuovo corso a carattere globale con enormi investimenti (seppure ogni paese lo configura con caratteristiche differenti). In realtà difficilmente questo tipo di politiche avrà un vero effetto anticiclico (ancora meno miglioreranno le condizioni di vita dei lavoratori colpiti dalla crisi), ma sicuramente servirà a trasferire risorse dal pubblico alle imprese private che sono impegnate in questo settore di mercato.
La costruzione del ponte sullo Stretto, al di là del portato di distruzione di un’area paesaggisticamente straordinaria e di importanza unica dal punto di vista naturalistico e della devastazione cui condurrebbe Messina e Villa San Giovanni a causa di immensi cantieri che interesserebbero queste città per molti anni, non ha alcuna logica dal punto di vista trasportistico ed economico. Tutti gli studi condotti negli ultimi anni, infatti, a partire da quelli degli advisor ingaggiati dalla Stretto di Messina Spa (società incaricata di gestire la costruzione del ponte) indicano in alti tassi di crescita del meridione (almeno il 3,8 %) la condizione perché il ponte possa essere seppur minimamente profittevole. A tali tassi corrisponderebbe, infatti, un incremento dei transiti che indurrebbe quegli introiti che giustificherebbero economicamente l’opera. Com’è evidente, però, siamo molto lontani da questi dati ed infatti negli ultimi anni il traffico nello Stretto di Messina ha visto un netto ridimensionamento piuttosto che l’auspicato incremento. I tanto sbandierati ingorghi agli imbarcaderi (che giustificherebbero l’opera) sono in realtà ormai rari e in larga misura causati da una riduzione della flotta e dalla progressiva opera di dismissione portata avanti dalle Ferrovie dello Stato nel mezzogiorno. E allora sarà alquanto difficile che possa esserci un investimento di privati in un’opera che non dà alcuna garanzia di profitti (nonostante le clausole di rivalsa che prevedono il rimborso del 50% dell’investimento allo scadere della concessione). Il finanziamento (se ci sarà, col miliardo e trecento milioni attuali avvieranno progettazione ed opere propedeutiche e/o compensative) sarà interamente pubblico e verrà, come spesso ripetuto da Matteoli, recuperato in larga parte sul mercato finanziario (attraverso prestiti e/o obbligazioni) rinviando il debito alle generazioni successive. Inoltre, i 40000 addetti propagandati dal Governo sono da ridurre, secondo recenti studi, basati peraltro anche sulle rilevazioni condotte dagli advisor, a circa 5000 di cui solo 2000 locali.
Il movimento Noponte ha sempre motivato la sua contrarietà al Ponte sullo Stretto non soltanto per motivazioni ambientali, economiche, trasportistiche, sociali ma anche sollevando gravi interrogativi su aspetti tecnici legati alla scarsa valutazione sull’alta sismicità dell’area, sulla tenuta delle saldature del Ponte, sui limiti tecnologici attuali per garantire una "luce" così lunga, ecc.. Quegli interrogativi sono oggi confermati ed addirittura aggravati non da un tecnico qualsiasi ma addirittura da quello che fu il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte ovvero il prof. Remo Calzona che dichiara apertamente in una intervista a "La Repubblica" di avere sbagliato le previsioni: la soluzione del Ponte a campata unica è oggi assai più costosa e per nulla immune da crisi strutturali; il Ponte potrebbe collassare a causa della fatica dei materiali (il cosiddetto fletter, che provocò la caduta del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles) è molto probabile che il Ponte subisca il fenomeno del galopping, ovvero una deformazione patita in Danimarca dal nastro d’asfalto del ponte sullo Storebelt, impedendo il passaggio di cose e persone, ovvero il motivo ufficiale per il quale si costruisce un Ponte!!!
Il 22 gennaio 2006 una grande manifestazione partecipata da decine di migliaia di persone (con la partecipazione di una folta delegazione di No Tav) invase le strade di Messina e determinò di fatto uno stop alla costruzione del ponte. Il Governo Prodi, infatti, inserì l’opera tra quelle non prioritarie. Non cancellò, però, la Stretto di Messina Spa, né rescisse il contratto firmato da Berlusconi con Impregilo poco prima della scadenza del suo mandato. E’ risultato, così, agevole al nuovo Governo Berlusconi rilanciare l’operazione.
Per fermare nuovamente la costruzione del ponte sullo Stretto sarà oggi necessario ricostruire le condizioni che portarono a quella grande mobilitazione di piazza. Lo abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo.

Da oggi lavoriamo per l’organizzazione
di una grande manifestazione a Messina l’ 8 agosto.

08 giugno 2009

DUECENTO MILIONI DI EUROPEI HANNO SCELTO DI NON VOTARE LE MENZOGNE DELLA POLITICA

SONO SOLTANTO IL
GLI ELETTORI EUROPEI CHE NON HANNO VOTATO
CIOE' OLTRE 200.000.000 DI PERSONE

06 giugno 2009

W LA DIFFERENZIATA

LE SCHEDE ELETTORALI SI IMBUCANO QUI

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