30 maggio 2008

HO FATTO QUATTRO CONTI

Hombres
Ho fatto quattro conti, riparato tra le ombre della mia Mesa Espinoza, masticando tabacco selvatico e bevendo pulque resinoso ed analcolico. Sul pianeta siamo sei miliardi e quattrocento milioni di persone; più o meno tanti quanti TUTTI gli esseri umani che hanno mai calcato la scena dal primo sapiens ad oggi. Un miliardo e cento circa vivono dentro i confini delle nazioni "civilizzate" (si fa per dire); di questi circa il 16,5 % (sedici adulti ed un bambino, o trentatre bambini) vive in condizioni di povertà. La rimanenza (cinque miliardi e trecento milioni di persone) abita i paesi "in via di sviluppo" (sempre si fa per dire). Nei paesi in via di sviluppo tre persone su cinque non hanno accesso ad alcuna infrastruttura di base, uno su tre all’acqua potabile, un quarto non ha casa, un quinto non riceve alcuna assistenza medica. Il reddito medio di tutti i paesi in via di sviluppo è, nella media, inferiore a quello di trent’anni fa. 320.000.000 (trecentoventimilioni) di persone vivono con MENO di un dollaro al giorno. Il patrimonio privato dei 3 ( tre) uomini più ricchi della terra è superiore alla somma dei 48 (quarantotto) paesi più poveri. Le 15 (quindici) persone più ricche hanno una fortuna pari a quella di tutta l’Africa subsahariana, Sudafrica conpreso. Se le 225 persone più ricche decidessero d’un colpo di donare semplicemente il 4% (il quattro per cento, quattro euro ogni cento) del loro CAPITALE , si accumulerebbe un patrimonio tale da garantire a TUTTI i poveri del mondo (tutti) un’istruzione di base, le cure mediche indispensabili, un’alimentazione adeguata. Le fluttuazioni economiche viaggiano per via elettronica; il 90% dei capitali scambiati ogni giorno è costituito soltanto da impulsi elettrici, liberi di andarsene dove gli pare, in barba a frontiere, leggi, regolamenti, tasse, impegni , doveri, politica, in barba alla mia incazzatura perenne, in barba ai rottiinculo leghisti, agli animali neonazisti ed ai loro deliri, in barba ai sermoni domenicali, con Gesù Cristo che se potesse prenderebbe a calci in culo gli usurpatori del suo tempio, in barba a Muhammed ed alla sua vocazione alla carità, in barba a Marx ed a quelli che "sfantasiano" in suo nome, in barba all’umanità intera, ai fiori dei cimiteri ed alla luna che ci guarda sempre più ironica e beffarda.


Hombres
Non ho più voglia di fare somme. Avrei voglia di tirarle. Tiriamo le somme. Si sta realizzando la grande utopia alla rovescia ? Questi porci, questi quattro porci (perchè l’uno per cento di seimiliardi e quattrocento fa 64 milioni) che detengono l’80% (L’ottanta per cento, ottanta euro su cento) dell’intera ricchezza del globo, devono continuare a fare il bello ed il cattivo tempo, solo perchè noi noi amiamo la pace? Ma questa non è pace; questo è il silenzio tombale dei cimiteri. Non ci limitiamo ai nostri cortiletti, alle nostre mese pacifiche. La marea monta. Ridefiniamo la lettura della realtà. Impattiamo il futuro. Organizziamo i peones. Istruiamoli. Troviamo sempre un’alternativa. Non ci facciamo fottere da comodità dozzinali. Il mondo pare andare verso una catastrofe certa (rapporto all’ONU del MIT del 1972: nel 2050 ci sarà il collasso del sistema energetico fondato sugli idrocarburi; i più autorevoli scienziati parlano di un aumento della velocità dell’8% ogni tre anni; tre o quattro cialtroni prezzolati dalla exxon dicono che si tratta di dati e stime errate); a me pare che il mondo si avvii verso un gigantesco, vischioso, terrificante BAGNO DI SANGUE. Hombres. Non ho più voglia di somme Queste non le ho tirate da solo: sono dati di dipartimenti dell’ONU, dati presi da libri di autorità del pensiero (Zygmunt Bauman). Ne scaturisce una volontà sola. Una sola necessità. Un bisogno. Una urgenza. Una chiave di lettura. Una volontà che non può trovare altre definizioni. Un modo d’essere che non può essere riqualificato. Un bisogno personale e collettivo. Una speranza. Un sogno, se volete, ma di quelli che rinfrancano. Una necessità per amore. Un desiderio profondo e vivo come è profonda e viva la volontà di vivere di ognuno di noi. Una necessità assoluta.


RIFONDIAMO IL COMUNISMO !


Fanculo a tutto il resto. Non parlatemi di politici che per prima cosa si fanno l’autista ed il vestitino Armani, di politici che corrono nei vomitevoli dibattiti televisivi, che s’inginocchiano di fronte alle ossa putride di un impostore, o che raccolgono i discorsi dello "statista" Almirante, o che parlano di "perdono" per i Ragazzi di Salò perchè allora si che disotterro sul serio la scure di guerra. Parlatemi di lotta, di nuove idee, di crescita culturale, di alternative, di proposte , di dialogo, di non omologazione alla corrente comune, ed allora sarò con voi. Altrimenti, dalla mia Mesa Espinosa, me ne starò quieto ad aspettare un autentico segnale di volontà di cambiamento; e se nel frattempo verranno le squadracce fasciste a farmi visita, vi assicuro che li prenderò a schioppettate, e sarò di certo sopraffatto, e forse andrò anche all’inferno, ma con il gusto d’avercene mandati anche un paio dei loro, questi animali travestiti da uomini che con la loro cialtroneria da briganti hanno rovinato il cristallino del cielo, e fatto scomparire la fata morgana, e trasformato in nulla ciò poteva diventare tutto, e di tutto hanno fatto nulla, e di noi uomini cercano di fare bestie, simili a loro.

HOKA HEY
Antonio Calabrò

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