12 marzo 2011

CONCIME

Anche se non mi ero accorto delle tue intenzioni idilliache
del sopravvento di tutta questa miriade di sciacalli autorevoli
vengo a raccontarti una delle mie favole,
come sempre bagnate col vino, in attesa della grande stagione.
A bassa voce.  Mi era sembrato di aver visto diverse nuvole ferite,
un cane che ha solo bisogno di affetto e di giocare
ignorando ogni mania, ma è presto. La luna, chissà
in quale angolo del cielo starà masturbando la propria solitudine.
Il ritmo è lento, il ritmo è giusto. Posso anche starmene qui,
lontano da te, nella libera intenzione di un momento
che trafigge la dissolvenza di questo tempo.
Sembra tutto così semplice, tu con le tue quasi convinzioni infernali
ed io figlio di un paradiso quasi neutrale. Alzo la voce.
Ma la mia casa è stata distrutta, il tramonto è come l'aurora,
i miei figli scappano. Parliamo del più e del meno. Satana c'è !
Io non abito più, non penso, alzo gli occhi ed abbasso la voce.
Ho troppi figli, troppe donne, pochi maestri, nessuna bandiera.
E' anche vero che tutte le verità sono state sepolte dalle scorie
dalle scorie di un' idea esplosa dentro la stagione dalle risorse apparenti.
Nessuno è venuto, al ballo dei demoni, abbiam chiuso la sala alle tre del mattino,
eravamo in tre, sbronzi e forse quasi felici.
Il bello e il cattivo tempo, la sostanza di un marchingegno che risulterà fallimentare
per tutte le rette infinite e nei quadrilateri e nei cerchi e nella cerchia
 e sarà solo roba da circo.  Vengo a baciare le tue labbra per difendermi
per difendermi da tutto questo bene.
Assolutamente si,  non voglio contestare il falso, anzi il falso,
 mi appare quasi come il concime che accresce questa follia.


forse di pino amaddeo


0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page

Powered by Blogger